Sono versi liberi, e strofe di varia lunghezza, questi che compongono la silloge d’esordio di Paola Vecchiato. Cosa ci troverete? Poesia emotiva in cui in prima persona c’è una poetessa che si racconta e racconta la sua vita. Ci sono state poetesse importanti che hanno raccontato se stesse attraverso la poesia: tra tutte Alda Merini e Anne Sexton. Cito queste due grandi autrici perché Paola Vecchiato, nel suo ambito, cerca di sondare l’anima e le grandi ecchimosi che ci infligge la vita così come le due poetesse forse hanno trovato, nella sofferenza, l’antidoto e una piccola consolazione mai pacificata.
Mi piace pensare che la Vecchiato abbia trovato un po’ di conforto nella scrittura e nel verso perché alcune poesie sembrano rivelare drammi attraverso parole quali sensazioni, soffro, piango, cado, ferite che rappresentano la catabasi di un’interiorità complessa e ricca di cicatrici ma via via, in altri versi, vanno rimarginandosi parole in un’anabasi piena di fiducia e speranza.Troverete versi aforistici, adatti a un pubblico di lettori poco avvezzi al verso perché ciò che nutre questa raccolta è la sincerità di un’anima che trova sollievo grazie ai sentimenti e alle sfumature che offre l’amore in tutte le sue connotazioni.Ecco allora che, in mezzo al buio, è contemplata anche la luce in un gioco di specchi nei quali la poetessa trova la cifra stilistica per dirci quel che è la vita di tutti, fatta di mattine e notti nelle quali c’è sempre un rischio, ma anche il suo contrario e versi come Notte/un cielo illuminato da un manto di stelle/puoi dare libero sfogo ai sogni/liberi la mente da dubbi e paure/nei tuoi pensieri lui/il suo sorriso/lo sguardo che vede solo te/ti fa sentire bella pongono certezze e beatitudini paniche.
Genere | Poesia |
Pagine | 92 |
Formato | cm 12x16,5, brossura con alette |
Anno di edizione | 2016 |
ISBN | 978-88-98662-96-8 |
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