Con «meticolosità», come scrive Frediano Sessi nella prefazione, e una narrazione coinvolgente, Giovanni Telò ricostruisce i drammatici anni vissuti dalla diocesi di Mantova durante la Seconda guerra mondiale. Attraverso carte d’archivio, spesso inedite, emergono personaggi e avvenimenti poco noti, di grande interesse. Il vescovo Domenico Menna è su posizioni filofasciste, ma dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 un gruppo di preti partecipa alla Resistenza. A Mantova, il Comitato di Liberazione nazionale si costituisce il 7 luglio 1944 nella casa di don Costante Berselli, che pagherà con la deportazione nel Lager di Dachau la sua lotta per la libertà. Un buon numero di cristiani laici aderisce alla Resistenza nelle Fiamme verdi, formazioni di partigiani che i nazifascisti definiscono «ribelli». Ricevono un forte impulso dal parroco di Bozzolo, don Primo Mazzolari, e a Gazoldo degli Ippoliti sono addirittura capitanate da un prete, don Emilio Donelli.
Giovanni Telò insegna Storia della Chiesa all’Istituto superiore di Scienze religiose di Mantova ed è membro dell’Accademia nazionale Virgiliana. Sacerdote, giornalista, studioso dell’età contemporanea, ha pubblicato numerosi saggi sul Risorgimento, il movimento cattolico e il fascismo. Tra i suoi libri ricordiamo Chiesa e fascismo in una provincia rossa. Mantova 1919-1928 e Con la lucerna accesa. Vita e assassinio del maestro mantovano Anselmo Cessi, ucciso dalle camicie nere a Castel Goffredo il 19 settembre 1926.
| Genere | Saggistica |
| Sottogenere | Storia contemporanea |
| Pagine | 248 |
| Formato | 14,8x21 brossura |
| Anno di edizione | 2025 |
| ISBN | 979-12-5989-106-8 |
Prezzo
Saggistica