Non c’è niente da fare. Bisogna stare in casa. La pandemia da Covid-19 non perdona. Da tempo gli scienziati di tutto il mondo ci avvertono che stiamo distruggendo il nostro pianeta, ma fino a ora non sono stati ascoltati molto. La natura si sta ribellando e stiamo toccando con mano i disastri provocati dal cambiamento climatico. Mi incoraggia il pensiero dei miei nonni, che sostenevano che il nostro Paese dà il meglio di sé nelle emergenze. Da quando è iniziato il lockdown, noto addirittura qualche cambiamento positivo: l’aria è più pulita, si apprezza il silenzio, alla sera spesso si vedono le stelle. Che questa sia un’occasione per cambiare? E come affronterò io, anziana, le novità che la situazione sanitaria impone? Cosa devo fare? Leggo, prego, penso. Il pensiero se ne va lontano, là dove mi sono trovata bene, in un luogo dove sono stata felice e decido di fermare sul foglio i miei ricordi.
Fausta Bettini è nata a Quistello, in provincia di Mantova, nel 1937. Diplomata alla Scuola Superiore di Servizio Sociale, dal 1963 al 1983 è stata la prima assistente sociale per il Comune di Mantova, chiamata da Vittorina Gementi, allora assessore all’Infanzia e alle Scuole. Quando la Gementi fu eletta vicesindaco, la scelse come sua segretaria. Dopo il pensionamento, ha operato presso il consultorio familiare UCIPEM di Mantova come assistente sociale e consulente familiare. Da volontaria, si è impegnata per il Centro di Aiuto alla Vita e per la Casa del Sole, di cui è stata vicepresidente e consigliera. Dal 1996 al 2000 ha ricoperto l’incarico di assessore ai Servizi sociali del Comune di Mantova.
Genere | Narrativa |
Sottogenere | Autobiografia |
Pagine | 94 |
Formato | 14,8x21 brossura |
Anno di edizione | 2025 |
ISBN | 979-12-5989-102-0 |
Prezzo
Saggistica