Lui è in cerca di qualcosa di perfetto; lei è perfetta. Il sesso, la novità, il giusto e la paura, visti dagli occhi di Federico Finetti, un trentenne ancora lontano dalla sua maturità. Ambientato nella splendida cornice di Cannes, E alla fine ho deciso di sognare è un rock leggero, una storia che ne racchiude in sé molte, un bicchiere di buon whisky da bere rigorosamente soli.
A rendere interessante l’opera di Alessandro è la presenza di più livelli di narrazione e di lettura: tutto il romanzo viaggia su un doppio binario, quello del vero amore e quello del sentimento ancora immaturo dettato dalla passione. Le tre narrazioni parallele passano attraverso gli occhi di Federico, protagonista del libro, che, trovando Mantova stretta, parte per Cannes, per lavorare come giornalista. In Francia intreccerà diverse relazioni: di una ragazza conoscerà solo gli aspetti peggiori, di un’altra si invaghirà, pur restando sempre in un rapporto conflittuale, o forse superficiale, con la figura femminile, verso la quale gli uomini delineati nei libri di Spocci cercano di mostrarsi distaccati indifferenti, celando però emozioni più forti. Altri temi si vanno a contrapporre nel fluire delle pagine, quello dell’insoddisfacente luogo d’origine in contrasto con la meta sconosciuta, le vere dinamiche del lavoro contrapposte ai sogni sul futuro.
ALESSANDRO SPOCCI è nato nel 1988 a Mantova, dove vive e lavora. Due anni dopo la maturità classica, esordisce con Vita vitae (Albatros, 2009), a cui sono seguiti Nonostante tutto (Sacco Editore, 2011) ed Eroe (EEE-Book, 2012), di cui è da poco uscito il seguito (sempre edito da EEE, 2015).
Genere | Narrativa |
Sottogenere | Romanzo |
Pagine | 250 |
Formato | cm 21x15, rilegato in brossura |
Anno di edizione | 2014 |
ISBN | 9788898662159 |
Prezzo