Quel giorno di settembre che assomigliava a un frammento di estate era un regalo della meteorologia. Il giorno giusto per inoltrarsi nella valle e ammirare la palude spolverata da una pennellata di aria tersa, che metteva in risalto i colori della natura solitamente appannata da un velo di afa. «Zio, com’è nato il Parco del sacro fiume?» Una domanda dettata dalla curiosità, come fanno spesso i giovani che inseguono ragionamenti assetati di conoscenza. Ma la risposta non sarà univoca. I ricordi del vecchio non sono precisi. Così, fra dati reali, fantasie e facole riportate dal sacro fiume, emerge una storia guerriera e pulita combattuta con la sensibile testardaggine di un poeta e gli occhi di un pittore capace di immortalare un territorio da salvaguardare e tramandare intatto alle future generazioni. Alla fine, sarà il nipote – con il lettore stesso – a trarre le conclusioni di suo gradimento, perché non si deve plagiare il futuro dei giovani, raccontare favole agli smaliziati e nemmeno dimenticare l’assurdo che muove il mondo.
L’autore, mantovano, inizia a scrivere sin da ragazzo. I primi componimenti sono poesie. Poi, la scrittura gli prende la mano, lo porta a scoprire la “poesia modulare” e pubblicare la silloge poetica “L’ultimo guerriero”. A quel libro ne seguiranno altri, ma la vita cambia, la scrittura subisce gli eventi e la poesia diventa romanzo. Esce “Un gorilla a palazzo”, “Il muro” e questo “Tangenziale ovest”. Un modo per continuare a scrivere senza dimenticare le origini da cui è partito l’autore: la poesia.
Genere | Narrativa |
Sottogenere | Ambiente |
Pagine | 200 |
Formato | 15x21, brossura con alette |
Anno di edizione | 2018 |
ISBN | 978-88-85469-61-7 |
Prezzo