Testi di Ugo Bazzotti, Giulio Girondi, Marco Sanguanini
«Fu Giulio di statura né grande né piccolo, più presto compresso che leggieri di carne, di pel nero, di bella faccia, con occhio nero et allegro, amorevolissimo, costumato in tutte le sue azioni, parco nel mangiare e vago di vestire e vivere onoratamente».
GIORGIO VASARI
È sorprendente l’affinità tra il ritratto verbale di Giulio Romano delineato da Giorgio Vasari e l’effigie dipinta da Tiziano. Entrambi vi celebrano un raro amico, un sommo artista. Il quadro passa dalla casa di Giulio alle collezioni Gonzaga, poi alla reggia di Carlo I d’Inghilterra, per eclissarsi a lungo nella dimora agreste di una nobile famiglia scozzese. Recuperato e riconosciuto nel Novecento, è conteso dai collezionisti fino al ritorno definitivo a Mantova, a Palazzo Te. Il racconto delle sue singolari peregrinazioni e i risultati delle indagini storico-critiche gettano nuova luce sul capolavoro di Tiziano e sul grande artista romano, protagonista della vita culturale del primo Cinquecento.
UGO BAZZOTTI è storico dell’arte, autore di numerose pubblicazioni sull’arte a Mantova dal Medioevo all’Ottocento. Già direttore del Museo Civico di Palazzo Te e dell’Ufficio Musei e Monumenti di Mantova, è stato professore incaricato presso il Politecnico di Milano, Polo di Mantova, e l’Università Cattolica di Milano (Scuola di Specializzazione in Beni artistici e storici). È socio ordinario dell’Accademia Nazionale Virgiliana, nella quale è vicepresidente della Classe di Lettere e Arti.
Genere | Saggistica |
Sottogenere | Storia dell’arte |
Pagine | 124 |
Formato | 16,8x24 brossura con alette |
Anno di edizione | 2019 |
ISBN | 978-88-32293-43-2 |
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