Adriano Max

Il Caso è un Occhio

Questi scritti sono un frammento del processo di creazione di una piccola cosmogonia. Nei miei limiti, nell’attimo del mio sguardo. Le opere, i loro contenuti, sono tasselli, processi di significato, miriadi, elementi post-archetipici che ho tratto da visioni acquisite nel quotidiano attraverso varie prospettive. Qui i linguaggi si prendono le loro libertà per approssimarsi senza poter dire il seguito, che forse troverà riverbero in voi. Teso a vedere attraverso le cose, oltre gli occhi, con tutto il corpo e i suoi contenuti, mostrando stati e strati dell’anima che si confronta e si integra con il mondo, tento di evocare e catalizzare reazioni. I disegni possono diventare specchi, macchie di colore e materia o porte metafisiche, a cui l’osservatore guarda attribuendo significati che infine può riconoscere come appartenenti a sé: se accoglie, sente, come si sente l’eco della propria voce. L’eco del profondo di ciascuno.

Sono nato in Madagascar il 28 giugno del 1969, mentre gli uomini si preparavano ad andare sulla Luna. Dopo sono volato in Italia tra le montagne dell’Alto Adige, raggiungendo infine, nei vari giri di vita, la pianura lombarda: nel mio corpo e nella mia mente, nel mio fare, si sono incastonati frammenti d’Africa, Monti Pallidi, pianure, cieli, terre e universi diversi che mi tengono insieme radicandomi in luoghi vasti, distribuiti, non locali. Sono un esploratore: del mondo, del tempo, della mente, della luce e della loro assenza, di dimensioni che percepisco come parte di un Unico in cui, cercando l’uomo in me, m’immergo emergendo. Attraverso queste esplorazioni con ogni senso, che talvolta ri-esco a focalizzare nel mio corpo, trasformo visioni e idee in narrazione utilizzando più media: principalmente la scrittura, la fotografia, il disegno. La mia bussola è la consapevolezza che la lettura del mondo è anche scrittura d’Anima, che di quel Cosmo cerca di inventare rappresentazioni, producendo quindi personali cosmogonie.Sono autodidatta, ma ho avuto la fortuna di trovare affinità elettive che mi hanno consigliato, mostrato luci e ombre del mio percorso artistico e umano, portandomi a essere ciò che sono senza l’influenza di particolari mode. Sono convinto che la nostra anima-coscienza-corpo e tutte le sue produzioni siano un teatro, su cui disporre oggetti e azioni, anche metafisiche: un luogo in cui fin da bambino sono stato in grado di stare e le cui fluide soglie voglio mostrare, come meravigliosa scoperta quotidiana, a tutti.